2014
E poi succede che un progetto che ha incrociato la tua strada, diventi parte di te. A “Leggimi Forte la materializzazione del mio sogno più bello. Grazie.
Caro diario,
ho finalmente deciso di appoggiare la mia quasi magica penna sul tuo corpicino, per raccontarti qualcosa di una favola davvero speciale: la mia piccola, ma intensa vita. E se ho scelto te come raccoglitore di ricordi, momenti, sensazioni ed emozioni varie, è perché, nonostante l’era tecnologicamente avanzata in cui viviamo, credo ancora nella carta anziché nello schermo di un computer e nella penna con cui si può personalizzare ogni singola parola. Io mi chiamo Manus, ho i capelli biondo oro e gli occhi azzurri. I miei unici accessori sono il sorriso, la mia penna rosa e il mare di fogli che porto dappertutto, senza di cui non potrei vivere. Mi piace da matti starmene ore ed ore seduta sulla riva di una spiaggia al tramonto, perdendo il mio sguardo nel mare che ad un certo punto confina col cielo! Adoro ascoltare il rumore del vento, mentre non sopporto quello del silenzio. Impazzisco per le cose semplici e piccole, perché alla fine sono quelle a riempire la nostra quotidianità e per l’amicizia, che non ha e non deve avere nel modo più assoluto limiti d’età, di colore, di lingua o cultura . Sono un po’ lo scrigno dell’anima di un’adolescente ormai cresciuta, Emanuela. Sono quanto di più bello ci sia in lei e, quando parlo di bellezza non mi riferisco affatto al rispetto di un canone prettamente estetico, bensì a tuttociò che va oltre la pelle e che resterà per sempre. Quel “per sempre” con cui di solito si concludono le favole e che, almeno per me, può essere attribuito all’anima di ognuno di noi. Positiva o negativa che sia. Sono quella parte di lei, che da quando mi ha scoperta, l’ho incitata a credere, seguire, lottare, resistere e non demordere per realizzare i suoi sogni. Diciamo quindi che ho provato, con estremo successo direi, a farle guardare il mondo non perdendo mai di vista alcune qualità che forse, anzi sicuramente, solo i bambini possiedono. Tra queste la spontaneità, lo stupirsi davanti alle piccole cose, la meraviglia davanti ad un successo inaspettato, la sicurezza di raggiungere con ogni mezzo a disposizione (o inventato che sia) i propri obiettivi e anche il ridere senza un perché. Insomma, potrei definirmi ciò che principalmente anima la sua vita. Sono una passione, che da tempo per lei è diventata un’esigenza. Ma ora, per ovvie ragioni, devo fare un salto nel passato, che poi per me è anche presente e futuro, per raccontarti di tutte quelle cose e persone (e sono poche credimi!) che mi hanno aiutata in questa ardua impresa.
1998/2003 : La Maestra
La mia nascita vera e propria può collocare nell’arco di anni che va dal 1998 al 2003, ovvero gli anni in cui Emanuela, durante il ciclo di scuola primaria, ha avuto un’insegnante…diciamo un po’ particolare. Mi riferisco alla insostituibile ed unica maestra Maria Grazia, un pilastro nella scuola elementare di una piccola contrada di provincia. Forse Emanuela, si è resa conto che io stessi arrivando pochissimo tempo dopo averla conosciuta. Una donna con una sensibilità sorprendente, la cui dolcezza una volta entrata nel cuore è in grado di farti sentire protetta e dotata di un sorriso che illumina tutto l’ambiente circostante. Peggio o meglio dovrei dire, di una giornata caldissima in pieno agosto. Ecco, lei è stata una delle principali colonne portanti della mia esistenza. Trascorreva interi pomeriggi extracurriculari a leggere libri alle sue classi, libri classici della letteratura per l’infanzia e per ragazzi. La maniera in cui teneva animazione alla lettura era a dir poco fantastica. Essendo poi anche maestra di italiano e inglese, spesso assegnava agli alunni dei temi liberi in cui l’unica traccia da tenere presente era la loro fantasia. Tra lei ed Emanuela si creò subito un feeling particolare e molto speciale. Ogni volta che quella bambina dal viso paffutello, ma bello ( così le ripeteva sempre la maestra) scriveva pagine e pagine di narrazione, Maria Grazia, orgogliosissima, mostrava l’elaborato a quasi tutto il plesso scolastico. Quasi al termine della quinta elementare, Emanuela, entrata in una libreria insieme al suo papà, sentì per la prima volta la mia voce e con la sua, con tono decisamente alto, guardando un libro disse: << Da grande voglio fare la scrittrice e anche se quel giorno per ora è lontano, una mia creatura sarà qui, su questo scaffale a farvi compagnia, così anche la maestra M.Grazia, finalmente potrà leggere qualcosa di mio alle altre classi che verranno quando io sarò davvero troppo grande per poter sedere ancora tra quei banchi così piccoli ma allo stesso tempo con un sapore grandissimo e che nulla potrà sostituire>>. Da quel momento respiravamo entrambe il profumo della carta stampata, che lei non esitava a racchiudere in una piccola bottiglia di plastica che poneva poi vicino al suo lettino la sera prima di andare a dormire. La quantità di emozioni che ogni giorno le trasmetteva questa passione era ed è tutt’oggi indescrivibile. La lettura e la scrittura sono ormai la nostra aria e il nostro treno, dal quale non è più possibile scendere perché le passioni, quelle autentiche e così forti non ti permettono di scegliere. Sono sempre loro a farlo per te e soprattutto a scegliere su chi ricadere. Crescendo, quando c’ero ma non ero venuta fuori del tutto, Emanuela continuava a frequentare la sua adorata maestra e a raccontarle di ogni successo, come di ogni sconfitta che riceveva. Poi però, come si suol dire, “la vita è un po’ strana” e ancora una volta qualcosa, un altro elemento di notevole importanza portò Maria Grazia ad aiutare quell’ex alunna, che nel frattempo era diventata una ragazza, sempre un pochino insicura e timida, a scoprire e ad iniziare fondamentalmente a percorrere la sua strada. L’unica vera strada che le avrebbe regalato una felicità
Era da tempo che dormivo. Emanuela preferiva ascoltare il mondo che le girava intorno e che l’aveva completamente distolta da quelli che erano i suoi sogni più profondi, convincendola che una strada come quella della scrittura e della “Cultura” in generale non le avrebbero portato nulla, anzi!. Non a caso mi ero fatta un’altra vita, con altri amici. Primo e più importanti tra tutti, il mio mitico “LEGGIMI FORTE”, un fac-totum a tutti gli effetti. Pensa, si occupa di libri, di scrittura, di giornalismo e di organizzazione eventi. Un tipo simpatico, con cui si può parlare di tutto e che al suo interno contiene una marea di pagine, che raccontano a loro volta di un oceano di persone. Anche la famosa maestra Maria Grazia lo conosce bene; infatti, ad un evento organizzato con la sua collaborazione e con quella di “Leggimi Forte” ci capitò in modo del tutto casuale anche quella tipa sorda e per certi versi cieca di Emanuela. La partecipazione a quella serata risvegliarono in lei un amore che non poteva e doveva dimenticare. Fu allora che le dissi urlando: << Ma non capisci che l’emozione che stai provando in questi istanti, al solo pensiero che un domani potresti esserci tu al posto di quella scrittrice o di quella giornalista che modera la presentazione del libro, non te la farà sentire più nessun tipo di lavoro?! Anche se ti portasse il tanto desiderato “stipendio fisso”…>> mi resi conto che dovevo uscire dal dormitorio e allearmi con Leggimi Forte, in cui aiuto migliore non potevo trovare. Da allora, poco a poco, passo dopo passo quella ragazzina vuota, senza certezze e con un velo di tristezza su quegli occhi blu mare, iniziò a riempirsi sotto ogni punto di vista. Io entrai definitivamente a far parte della sua anima e lei, man mano che passavano i giorni, si trasformava sempre più in una donna che, sapendo di volere certe cose con tutta sè stessa, avrebbe fatto di tutto per raggiungerle.
Il tempo volava letteralmente ed io, sempre più presente, crescevo forse senza neanche accorgermene. Emanuela, ormai diciannovenne, non tardò affatto a capire che il suo grande amore verso i libri e la scrittura in generale, in realtà era rivolto pure al giornalismo d’ambito culturale. La sicurezza e la determinazione le trovò specialmente grazie al mio amico Leggimi Forte che, con i suoi cari (tra cui anche la maestra M.Grazia), seppe prenderla per mano come mai prima nessuno era riuscito a fare. A loro, Emanuela deve davvero tanto…L’articolo di prova per entrare a far parte dei collaboratori della prima testata giornalistica a cui si rivolse, il primo articolo pubblicato ufficialmente, il primo desiderio di mettere nero su bianco tutto ciò che aveva dentro, la conoscenza con alcuni amici di tutto il club (un gruppo in cui si uniscono alla perfezione tutti i tipi d’età e, sicuramente affiatato in ogni viaggio che intraprende) approdò nella sua vita per mezzo di questo mio amichetto, un po’ birbante non c’è dubbio, ma che con le sue avventure sprona sia me, la parte bambina ormai di una donna e che rimarrà sempre, sia questa donna, ossia Emanuela, a raccontare e a spiare nella maniera più buffa e divertente del mondo tutte le sue avventure. Avventure in cui noi, particolarmente IO, ci saremo per sempre. Ecco, ho trovato un’altra storia o occasione, la si chiami come vuole, per poter dire questa magica parola, dalla sublime bellezza..PER SEMPRE! E tutto questo sai perché?!… perché con loro si sta una favola, veramente ci si sente proprio in una fiaba. Hai la sensazione, non facile da riscontrare in tutte la gente che ogni giorno ti sta davanti, che qualcuno ti segua con la mente verso una meta che è la stessa per ognuno. La stessa emozione che si prova, quando seduti intorno ad un tavolo per discutere e appurare progetti vari, ti fa sentire lontano, quasi fuori dal mondo. Un mondo che spesso non ti comprende, ma che rimane sempre il giardino più meraviglioso che c’è, dove ogni individuo ha il sacro santo diritto e dovere di coltivare il suo fiore preferito e di fare l’impossibile (premetto che sono anni che la parola IMPOSSIBILE, non esiste più nel mio vocabolario) se è necessario affinché quel fiore diventi unico. Manus
FOTO: Illustrazione di Febe Sillani