“Papà, Mamma e Gender”. Intervista esclusiva all’autrice, Michela Marzano.
30th Nov

2015

MARZANOM GENDER

“Papà, Mamma e Gender”. Intervista esclusiva all’autrice, Michela Marzano.

Una giornata molto particolare quella di venerdì 27 novembre. All’interno della nuova biblioteca comunale del comune di Pomigliano d’Arco, a partire dalle ore 17.30 , si è svolta la presentazione del libro “Papà, Mamma e Gender” , della filosofa e scrittrice che non ha certo bisogno di presentazioni, Michela Marzano (edito Utet). Organizzato dal Centro Leggimi Forte, l’evento ha visto la partecipazione dell’autrice, di Milena Tancredi (bibliotecaria di Foggia e membro AIB), Felice Casucci (docente di diritto comparato all’università del Sannio) e di don Aniello Tortora ( parroco della Chiesa del Rosario). Una sala gremita e interessata al dibattito, che ha preso vita con toni inconsueti e accattivanti. Spunto di riflessione le parole di Michela Marzano. Una riflessione che si appoggiava su diverse tematiche, unite da un’unica matrice: il rispetto. Per la diversità, per la vita, per l’educazione da impartire, per l’amore in ogni sua forma. Vi riportiamo di seguito un’intervista esclusiva realizzata all’autrice.

Come nasce l’idea di dare vita a questo nuovo progetto, inconsueto e particolare?

Dunque, nasce prima di tutto per far chiarezza, poichè su queste tematiche legate agli studi di genere in questo periodo c’è molta confusione. Una confusione generata anche dalla nascita di un movimento anti-gender, per contrastare il progetto di legge sulle unioni civili. Il fatto stesso che si utilizzi un termine inglese è significativo del fatto che si ha interesse a creare confusione e portarla avanti, tanto è vero che si sente dire che questo gender avrebbe come vocazione distruggere ogni tipo di valore e prendersela con la famiglia tradizionale. In realtà gender, e quindi studi di genere è un qualcosa su cui ci si concentra dagli anni 60. Uno studio che si occupa di promuovere l’uguaglianza, in omosessualità o eterosessualità che sia. Un libro con un semplice messaggio di chiarezza che serve a tranquillizzare tutte quelle mamme e quei papà che si sono sentiti dire che questo gender potesse spingere i loro bambini a dover scebliere il proprio sesso o comunque comportamenti sessuali particolari e strani

Se tu fossi una mestra di scuola primaria, come affronteresti questo argomento con i bambini?

Io utilizzerei quei tanti libri che ci sono e che raccontano un pezzo di realtà. E lo raccontano attraverso la caratteristica tipica dei libri per bambini, ovvero le fiabe. Alcune molto attente e accurate.D’altra parte questa tematica è stata sempre presente. Quando io ero piccola c’era un cartone animato “Lady Oscar”, che oggi sarebbe considerato un cartone gender, ma è un qualcosa che non ha mai sconvolto nessuno, anzi. Ci ha permesso di capire l’esistenza di realtà diverse.

A proposito di fiabe, alcune di queste sono state proibite dal Sindaco di Venezia lo scorso giugno. Cosa ne pensi in merito?

Ma in verità non sono completamente sicura che queste fiabe vietate siano poi state veramente lette. E’ triste che nel 2015 ci siano delle persone che utilizzino la loro ideologia per, invece di favorire l’uguaglianza, la tolleranza, creare contrapposizioni e sterili polemiche.

Altri progetti in cantiere e che vorresti portare a termine?

Per il momento non c’è nulla in cantiere, però continuerò con quel filo conduttore presente in tutti i miei libri, che è un pezzo della fragilità dell’essere umano e che ho usato nei racconti per dimostare che la perfezione non esiste. Talvolta questi punti fragili possono diventare anche i nostri punti di forza.

La differenza che hai notato nel modo di vivere queste particolari tematiche tra la Francia e l’Italia?

In realtà non esiste un’enorme differenza. Ciò detto forse ci si ascolta un po’ di più in Francia rispetto all’Italia , dove qualunque polemica diventa insormontabile. Quello che probabilmente posso dire è che sarebbe bello ricominciare ad ascoltarci e  a dialogare, poichè è giusto avere punti di vista diversi ma è triste nel momento in cui non ci si ascolta più.

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