2017
Igiaba Scego, scrittrice e giornalista nata nel 1974 a Roma da una famiglia di origini somale è l’autrice di PRESTAMI LE ALI (Rrose Selavy EdItore).
Una storia di libertà e di condivisione tratta da un fatto vero che l’autrice ha appreso soffermandosi su un quadro di un autore veneziano del ‘700, Pietro Longhi, che raffigurava un rinoceronte al centro di una piazza come un fenomeno da baraccone.
Anche il luogo dove avvengono gli avvenimenti è reale “Il ghetto di Venezia” creato nel 1516 e aperto nel 1797 quando Napoleone la conquistò.
Gli animali ci introducono e ci conducono nella storia con tutti i loro vizi e le loro virtù che sono proprie anche degli uomini: il curioso gabbiano, l’amico fidato come il gatto pittore, il forte come il leone, il saggio gufo, l’ambiziosa rondinella che è padrona di tutte le lingue del mondo avendo viaggiato tanto: e tutti sono curiosi di vedere Clara il rinoceronte, la buffa creatura arrivata a Venezia dall’India in un carro suscitando l’interesse di tutti in primis del leone.
Clara viene da un paese lontano che nessuno conosce e, schiava del suo padrone, è costretta ad esibirsi di fronte alle personalità più importanti della Terra: ecco l’ingiustizia, la prepotenza e la sottomissione.
Con un linguaggio asciutto ed efficace Igiaba ci fa accompagnare in questo viaggio da due bambini, Suleiman, schiavo anche lui, rapito quando era in Somalia e portato ad “una padrona bionda” ed Ester, una bambina ebrea costretta a vivere nel ghetto senza potersi mai allontanare. Anche loro, come Clara, sono delle piccole vittime di una vita che non è quella che desideravano: a Suleiman piacerebbe ritornare da sua madre mentre Ester vorrebbe poter uscire dal ghetto e vedere Venezia con i suoi ponti e le sue stradine.
Alla fine Suleiman, Ester, il gatto pittore e la rondinella troveranno Clara la quale viene portata al cospetto di tutti gli altri animali, soprattutto del Leone alato di S. Marco simbolo della potenza veneziana. Agli animali viene raccontata la sua storia che è schiava di un padrone di cui vorrebbe liberarsi, ma c’è un solo modo per farle realizzare il suo sogno: che il Leone le dia le sue grandi ali. Il Leone, forte e potente, si dimostra magnanimo ed acconsente: le ali simbolo di libertà e di inizio di una nuova vita, servono sia a Clara per tornare in India ma anche ad Ester e Suleiman a cui viene concessa la possibilità di salire in groppa al rinoceronte: Ester vola sopra Venezia e riesce così a vedere oltre il ghetto mentre Suleiman avrà “un passaggio” da Clara che lo accompagnerà in Africa dalla sua mamma.
L’epilogo del racconto fa sì che la storia si ammanti di magia: tutti i luoghi vengono raccontati dai vari personaggi che ti accompagnano quasi per mano nella loro visita.
La illustrazioni di Fabio Visentini tutte colorate rendono il racconto piacevole anche nei momenti più tristi. La tavole ci guidano durante la storia: si va dai personaggi del corteo dell’arrivo di Clara a Venezia a quando Ester, Suleiman, il gatto e la rondinella trovano il rinoceronte con Ester camuffata con un cappello e la si riconosce per la chioma bionda che ne fuoriesce, dalle facce buffe delle maschere del carnevale veneziano a quella della “schiava Clara” al cospetto dei re chiusa in una gabbia, per terminare con il volo dei bambini sopra Venezia. Suggestiva la tavola che raffigura gli animali intorno a Clara una volta ritrovata: ognuno di loro ha un’espressione che esce fuori dal libro.
Igiaba sembra spingerci a trovare le nostre ali per poter volare alto e raggiungere i nostri sogni.
Un libro ricco di spunti non solo per bambini.