2017
Due temi importanti affrontati da Christophe Léon nel libro “Spazio Aperto” con una narrazione forte e suggestiva: il rapporto genitori-figli adolescenti e l’azione vessatoria che può perpetrarsi nei confronti di un lavoratore portandolo a stravolgere i rapporti familiari e indurlo a gesti estremi.
Gli adolescenti si sentono per molti aspetti pronti ad affrontare in modo più autonomo il mondo esterno: chiedono sempre più spazi per le proprie decisioni e, conseguentemente, un minore controllo. Questo non significa per l’adolescente né rompere il legame con i genitori nè voler lasciare la casa (come farà anche Lewis restando una sola notte fuori casa): significa poter avere più libertà nelle proprie azioni e relazioni.
Il romanzo si apre con un prologo in cui sono descritte persone intente nelle loro normali attività giornaliere, il droghiere che sistema gli scaffali, il portiere del palazzo che entra i bidoni della spazzatura, il semaforo che dal verde passa al giallo, una donna col passeggino, qualcuno intento a lavorare al computer, che saranno testimoni dell’avvenimento principale del racconto.
La storia continua, a capitoli alternati, su e in tempi diversi: in prima persona ed al presente quando la storia segue Lewis, in terza persona ed al passato quando la storia torna indietro e la figura principale diventa Pierre, il padre.
Léon è molto bravo a raccontare la storia dalla prospettiva di un adolescente.
Lewis è un ragazzo di 16 anni che ha un rapporto alquanto conflittuale con i suoi genitori. Al susseguirsi della storia Lèon traccia sia un quadro di un Lewis quotidiano che del suo rapporto con il padre “[…] quante volte aveva sentito discorsi come quello. Troppo piccolo per capire. Troppo piccolo per decidere. Troppo piccolo per avere un opinione. Basta! […]Mi hai rotto le palle con questo troppo piccolo[…]In quel momento decise che non era più troppo piccolo. O almeno che era sufficientemente grande per avere diritto a una spiegazione tra uomini.”
Ma sa anche cambiare atteggiamento quando entra in gioco una difficoltà lavorativa e Pierre va in depressione “Una mattina Lewis notò, sul tavolo dove facevano colazione, una scatola. […] Lewis lesse sul retro della scatola antidepressivo. […] (parla la mamma) Sai, capita che ogni tanto abbiamo momenti di debolezza o di dubbio. E capita anche che si abbia bisogno di un auto esterno. E’ solamente per qualche giorno, o settimana al massimo. […] Quando sentì la porta di ingresso che si apriva, si precipitò ad abbracciarlo e baciarlo sulle due guance.”
La madre dopo meno di un anno dalla morte del padre inizia una nuova vita con Eric, un uomo non solo meno colto di lei ma anche molto più giovane. Lewis non accetterà mai questa unione vedendola come un tradimento della madre verso il padre “….Questa settimana ho dormito solo una manciata di ore, aspettando ogni sera che mia madre rientrasse [….] Sapere mia madre tra le braccia di un altro uomo mi ha completamente devastato”.
Intanto su un altro piano entra nella storia Julia Muller, una ragazza che frequenta il suo stesso corso di yoga. Julia sarà il grimaldello che Lewis userà per mettere in atto il piano che ha in mente (che non sveliamo per non togliervi la sorpresa del finale), insomma un thriller che ti spinge a leggere il libro tutto d’un fiato. “Il mio progetto è molto semplice: attraverso la ragazza mi intrufolo nella famiglia, la qual cosa mi dà occasione di stare fianco a fianco con il padre.”
Su questo versante della storia c’è tutta la descrizione di come Lewis riuscirà a farsi accettare a casa dei Muller e la sua scioltezza nel muoversi in un ambiente per lui totalmente nuovo. Eric e la mamma, ignari del piano del figlio, lo aiuteranno ad essere all’altezza dell’incontro anche dal punto di vista della presenza. Nel finale sono tutti lì nel giardino di casa Muller, Lewis, Julia, il sig. Muller e Oscar (fratello di Julia) mentre il Sig. Muller mostra tutto compiaciuto a Lewis la sua Jaguar color rosso cremisi: il finale a sorpresa è tutto da leggere.
“E io? Cosa sono io?” si chiede Lewis alla fine del racconto.
L’epilogo, oltre che a sorpresa, è anche aperto e sarebbe interessante proporre ad alunni che leggeranno il libro di provare ad immaginare il loro finale della storia.