LA SVEDESE di Anna Pavignano – Verdechiaro Edizioni
25th Sep

2017

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LA SVEDESE di Anna Pavignano – Verdechiaro Edizioni

È un libro che disorienta, questo della Pavigliano. Soprattutto nelle prime pagine. Il linguaggio, la storia si dipanano con velocità. Troppa. La trama appare prevedibile. Eppure, qualcosa tiene lì. E ci si concede il beneficio di chiedersi dove mai andrà a parare, pur non riuscendo a scacciare del tutto la netta sensazione di saperlo in partenza. L’alternarsi tra vita presente e passata di Livia, la protagonista, rende il racconto più articolato e mette in preallarme: sembra scontato, ma non può esserlo. Così ci si arma di fiducia e si prosegue.

E si scopre che la storia d’amore raccontata, quella tra Livia e Milo, si riduce quasi a pretesto per scrivere di un nodo esistenziale irrisolto che risale all’infanzia di Livia. È la cornice che racchiude la rappresentazione di una disperazione antica, di sensi di colpa relegati all’oblio, ma pronti ad affiorare e ad annientare un’esistenza.

Si scopre pure che quelle scene prevedibili, quelle parole banali sono funzionali a sottolineare uno dei messaggi principali del romanzo: quello legato all’ambiguità, all’inadeguatezza delle parole e all’incapacità di comunicare che spesso condiziona relazioni ed intere esistenze.

Livia, quanto Milo, è incapace di comunicare i suoi sentimenti. Tanto è vero che definisce il suo amore per Milo a partire da ciò che esso non è: non è dare, non è fare, non è chiedere, non è imporre, non è esserci. Questa totale negazione le scava dentro, la inaridisce al punto da isolarla da tutto e da tutti. Solo quando ritroverà le parole e riuscirà a trasformare i sentimenti e i pensieri in parole, senza più negazioni e ambiguità, solo quando troverà il coraggio di raccontarli ad altri, riuscirà a riprendere in mano la sua vita e tornerà ad “agire sul mondo” senza aspettare che le venga “concesso per pietà o altro” ciò che non ha mai saputo chiedere prima.

Tutto sembra essersi risolto, ma in un finale aperto di sospensioni e sottintesi l’autrice ribadisce la necessità di cercare in noi le parole – e più in generale la capacità di comunicare – senza aspettarle dagli altri, se vogliamo “agire” la nostra vita, imprimerle una direzione e darle un senso senza subirla.

                                                                                                                                                                    Caterina Brusca – Leggimi Forte

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